CATTEDRALE DI SANTA MARIA

Evento a contributo minimo aperto a tutti

DOVE

CATTEDRALE DI SANTA MARIA
Via XI Febbraio, 13

QUANDO

Dal 15/10/2022 al 16/10/2022

CON CHI

DELEGAZIONE FAI DI FROSINONE

COME

EVENTO IN PRESENZA

Le prenotazioni per questo evento sono chiuse
POSTI ONLINE TERMINATI, possibilità di presentarsi in loco fino al raggiungimento della capienza massima

La chiesa cattedrale riflette nelle sue fasi costruttive la storia della città; l’edificio riutilizza un tempio tuscanico costruito tra la fine del II sec. e il I sec. a.C. accanto all’imbocco della strada per l’Abruzzo e al foro commerciale e all’incrocio delle due vie principali della città romana; scoperto grazie agli scavi degli anni ’70, anche se la tradizione e sporadici rinvenimenti ne attestavano già l’esistenza, se ne conservano ancora oggi interamente le fondamenta di circa 11 m, le pareti in blocchi di opera quadrata di travertino locale per un’altezza di 9 m, la pavimentazione, il podio a doppio cuscino e anche molti reperti: sei donari a forma di altare di cui due con epigrafe dedicatoria a Marte e a Flora oggi presso il museo civico, numerose terrecotte architettoniche e un monumentale salvadanaio dedicato a Minerva da Sextius Curfidius e Marcus Caesius, quattuorviri di Sora tra il 90 e il 42 a. C.

Risale alla fine del sec. XI sec. il portale marmoreo a racemi, confrontabile con l’antico portale di Montecassino, impreziosito da un’iscrizione che ricorda il nome dello scultore, il restauro, la dedicazione alla Vergine e la riconsacrazione della chiesa dopo la profanazione causata dall'uccisione di una giovane, probabilmente S. Restituta martire del III sec. d. C. e patrona della città . Dopo una parziale distruzione nel 1103, la nuova chiesa fu riconsacrata da papa Pasquale II nel 1104 e dedicata alla Vergine; il culto fu riconfermato da papa Adriano IV nel 1155. Nel 1229 Federico II ordinò di distruggere la chiesa che, grazie al suo lascito testamentario, fu in seguito restaurata; risale al 1321 la campana di bronzo su cui è scolpita un’iscrizione in onciale gotica che riporta il consueto motto agatino, la data di fusione e il nome del committente, il vescovo Andrea da Ferentino. La chiesa risente delle fasi di maggior splendore della città con le opere d’arte conservate al suo interno: sono databili al XV sec. il trittico del Cristo Salvatore e un affresco di Madonna in gloria. Ma la rinascita dell’edificio si deve all’azione infaticabile e al fervore religioso del vescovo Girolamo Giovannelli, che fece costruire nel 1609 la sacrestia e gli armadi per conservare paramenti e preziosi reliquiari, restaura l’edificio, dota la chiesa di un organo e di nuovi altari, fra cui quello con le reliquie del martire S. Giuliano, compatrono di Sora, conservate in un prezioso scrigno donato nel 1612 dalla duchessa Costanza Sforza Boncompagni, commissiona un crocefisso e numerosi dipinti. Nel ‘700 è aperto il portale laterale, alla chiesa si aggiungono il Coro d'Inverno, il Battistero e la cappella del Purgatorio e sono fuse nuove campane. La chiesa perderà l’aspetto tardo barocco in seguito all’incendio del 1916 e alla radicale ristrutturazione in stile neogotico; a questi lavori si aggiungeranno, nel 1961, gli interventi di pavimentazione durante i quali sarà individuato il lastricato del III sec. a.C. Il restauro alla fine degli anni ’70 ha posto in vista le murature romane e quelle medievali. Tutta l’area è costellata di reperti: sono visibili rocchi di colonne, un fregio dorico con rilievi floreali e due frammenti di un capitello corinzio figurato. Il “tesoro” della Cattedrale, della sacrestia e della sala capitolare è stato arricchito nel corso dei secoli da croci, cartagloria, messali, pastorali, reliquiari di argentieri napoletani e romani, dal trittico di Christian Mayer Ross (1898) e da arredi, paramenti e presepi del ‘700 napoletano che testimoniano la devozione alla chiesa e un’antica tradizione artigianale.