Il rifugio antiaereo di discesa Bellavista è uno dei tanti rifugi pubblici interrati che, durante la seconda guerra mondiale, offrivano sicurezza ai cittadini durante i bombardamenti aerei tedeschi. Il suo accesso principale è visibile nella scarpata a fianco della discesa Bellavista, una semplice porta in ferro fra i cespugli, chiusa da lucchetti, che si ritrova identica poco più a monte, dove si apre il secondo accesso allo stesso rifugio. Negli anni della 2° Guerra Mondiale, Cuneo fu bombardata numerose volte dagli aerei alleati e per questo venne richiesto all’ing. Cesare Vinaj, Capo Ufficio Tecnico Comunale, di realizzare alcuni rifugi pubblici anti bomba per dare sicurezza ai cittadini. Due di questi vennero costruiti in cemento armato nelle scarpate verso i due fiumi che circondano la città, Gesso e Stura. Ognuno di essi poteva ospitare 1000 persone.
L’apertura straordinaria proposta dalla Delegazione FAI di Cuneo, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, prevede l’ingresso alla parte iniziale del rifugio, mai aperto al pubblico. La scarsa illuminazione e le sue condizioni di manutenzione suggeriscono l’utilizzo di caschetti di sicurezza (forniti) e una particolare attenzione al percorso che presenta una pavimentazione in terra battuta disconnessa. Al suo interno sarà creato un suggestivo allestimento per rievocare ciò che questo luogo ha rappresentato per le persone che qui hanno trovato rifugio. In quei tempi i ritmi dei cuneesi erano spesso scanditi dal suono ripetuto delle sirene d’allarme e del conseguente terrore di questa emergenza. La gente correva così nei rifugi interrati ricavati sotto gli edifici più importanti, nelle cantine dei palazzi privati o nelle scarpate laterali alla città. Qui trascorrevano molte ore, in preda al panico e alla fame.
Con il patrocinio di: Comune di Cuneo
In collaborazione con: Associazione “Cuneo Sotterranea” e “All4U”
Con il contributo di: Fondazione CRC.
Si consiglia un abbigliamento sportivo con scarpe comode. L'evento si terrà anche in caso di maltempo.
Le visite saranno condotte in gruppi di 15 persone max.
Il sito è un luogo abbandonato da anni. La scarsa illuminazione e le sue condizioni di manutenzione suggeriscono l’utilizzo di caschetti di sicurezza (forniti) e una particolare attenzione al percorso che presenta una pavimentazione in terra battuta disconnessa. Si richiede di attenersi scrupolosamente alle indicazioni suggerite dei volontari.