PALAZZO MUNICIPALE DI MANTOVA

Evento a contributo minimo aperto a tutti

DOVE

PALAZZO MUNICIPALE DI MANTOVA
Via Roma, 39

QUANDO

Dal 26/03/2022 al 27/03/2022

CON CHI

DELEGAZIONE FAI DI MANTOVA

COME

EVENTO IN PRESENZA

Le prenotazioni per questo evento sono chiuse
Prenotazioni chiuse. Possibilità di registrarsi in loco fino al raggiungimento della capienza massima

Cosa faremo

Il percorso di visita si snoda tra gli ambienti che costituiscono gli odierni uffici comunali alla scoperta delle tracce e degli elementi che permettono di raccontare non solo la storia di questo palazzo ma, soprattutto, la storia della città, attraverso i suoi cittadini. A partire dalle lapidi commemorative poste nell'androne d'ingresso e lungo lo scalone che conduce al piano nobile, che ricordano (1) i deportati cisalpini del 1799-1801, rastrellati dagli austriaci per aver appoggiato gli occupanti francesi, (2) i martiri di Belfiore, che tra il 1852 e il 1853 pagarono con la vita il tentativo di sovvertire il governo austriaco, (3) la spedizione dei Mille, alla quale parteciparono tra gli altri i mantovani Giuseppe Acerbi e Ippolito Nievo, (4) il passaggio di Vittorio Emanuele II il 19 e 20 novembre 1866, subito dopo l'ingresso di Mantova nel Regno d'Italia. Non da ultima, la lapide che ricorda le persecuzioni degli Ebrei mantovani culminate nel 1938 con leggi razziali, con l'elenco dei nomi dei 64 cittadini ebrei rastrellati tra il 4 e 5 aprile 1944 e deportati nei campi di sterminio. Si potranno ammirare i busti in bronzo dei personaggi mantovani illustri, a partire da quello di Virgilio del 1821, realizzato da Giovanni Bellavite per volontà del generale francese Miollis, grande ammiratore del poeta a tal punto da donare il cannone dalla cui fusione venne ricavata l'erma, e quelli del 1837 realizzati dallo scultore milanese Girola: Federico I Gonzaga (1441-1484), terzo marchese di Mantova, Lelio Capilupi (1497-1560), nobile letterato, Saverio Bettinelli (1718-1808), gesuita letterato, Antonio Gobio (1635-1699), avvocato e consigliere del duca Ferdinando Carlo Gonzaga di Nevers, Giovan Battista Bertani (1516-1576), allievo di Giulio Romano e prefetto delle fabbriche ducali per il duca Guglielmo, Ippolito Donesmondi (1565-1626), francescano e teologo personale del duca Vincenzo I, Federico Zambelli (1530-1585), ingegnere militare per il duca Gugliemo. E poi si potrà entrare nella Sala Consiliare, da due secoli fulcro della vita politica cittadina e unico ambiente del palazzo in cui sono conservati gli originali affreschi cinquecenteschi riconducibili a Giulio Romano e alla sua scuola. Il fregio che corre sotto il solaio e che raffigura busti all'antica entro nicchie circolari inquadrati da motivi floreali, riferibile al 1540, richiama decorazioni simili a quelle che si trovano a Palazzo Te e in altri palazzi nobiliari di città. Da ammirare l'imponente solaio ligneo con ampi lacunari impreziositi da rosoni ed inquadrati entro un'orditura di coppie di lunghe travi complanari, secondo uno schema già sperimentato a Palazzo Te. La Sala Consiliare accoglie, su una mensola, il busto di Carlo d'Arco, a perenne memoria di questo importante uomo politico dell'Ottocento che viene considerato tra i 'padri' della storia dell'arte mantovana. Altri due decori qui presenti meritano attenzione: la tela raffigurante le Nozze di Perseo, di attribuzione incerta (Pietro Francesco Ferranti o Lorenzo Pasinelli) ma comunque datata attorno alla metà del Seicento, e il bellissimo lampadario centrale che proviene dal Teatro Sociale, qui spostato quando il teatro era utilizzato come cinematografo ed il lampadario ostacolava la proiezione dei film.

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Per informazioni riguardo all’uso della mascherina si rimanda alle indicazioni inserite nel campo “Da ricordare”.

Utilizzate il gel igienizzante messo a vostra disposizione all’inizio del percorso.