Se non sei iscritto o se devi rinnovare la tua iscrizione Clicca qui e poi torna su questa pagina per prenotare la tua visita.
Se sei iscritto al FAI possiamo riservarti vantaggi e esperienze esclusive!
Durante l'apertura nelle giornate Fai di Primavera sarà possibile, per la prima volta dopo anni, visitare l'interno della grotta, con il nuovo percorso di visita. Nell'Ottobre del 2019 iniziarono le ricerche della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina in collaborazione con l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, che portarono alla luce numerosi resti che costituiscono fonti importanti per la ricostruzione storica. Inoltre i lavori recenti non si limitarono agli scavi archeologici finalizzati alla ricerca, ma ricompresero anche la risistemazione dell'apparato di fruizione, creando il nuovo percorso di vista, il quale gode anche di supporti tecnologici con l'uso della realtà virtuale e della ricostruzione 3D. Gli scavi del 1939 si limitarono solo ad una porzione della grotta, per questo motivo nel 2019 si è voluto indagare le parti ancora 'cristallizzate a 60.000 anni fa', infatti in passato un piccolo bacino d'acqua impedì al Blanch di effettuare indagini in questa porzione della grotta. Negli scorsi anni gli studiosi hanno potuto constatare che durante i mesi estivi avveniva il fenomeno dell'abbassamento delle falde acquifere arrivando alla totale scomparsa d'acqua. Grazie a ciò si è potuto procedere a ripulire la superfice evidenziando una crosta calcarea spessa ed omogenea che ricopriva, sigillandoli, gli strati sottostanti. Scavando si arrivò al paleosuolo composto da ossa fossili dei resti dei pasti delle iene, tra questi non solo resti di animali attualmente estinti, ma anche umani. I resti umani ritrovati ad oggi sono 26, tutti cronologicamente sono abbastanza vicini, dunque appartenenti ad un numero di generazioni di Neanderthal non molto elevato. Gli studi recenti si sono occupati anche della parte esterna alla grotta, per indagare se ci fossero resti rinvenibili all'antico uomo di Neanderthal, dato che la sua presenza all'interno è attribuibile esclusivamente all'azione delle iene. All'esterno sono stati rinvenuti reperti riferibili all'azione umana: resti di animali cacciati dall'uomo, strumenti litici e strumenti in osso adoperati per creare gli strumenti litici, che servivano per andare a caccia, per tagliare le pelli ecc.. La datazione è più antica dei resti ritrovati all'interno della grotta, ovvero tra i 125 mila e 100 mila anni fa. I ritrovamenti di grotta Guattari ci offrono uno spaccato della società neandertaliana dell'epoca e costituiscono fonti di inestimabile valore per la ricerca.
Per informazioni riguardo all’uso della mascherina si rimanda alle indicazioni inserite nel campo “Da ricordare”.
Utilizzate il gel igienizzante messo a vostra disposizione all’inizio del percorso.
Per ragioni di tutela e conservazione del sito preistorico la SABAP LAZIO ha concesso l'ingresso esclusivamente a piccoli gruppi di tre persone ogni venti minuti. Al momento non sarà possibile concedere l'accesso alle scolaresche. Ci auguriamo vivamente di poter avere future opportunità.