DOVE
GIARDINI BENIAMINO GIGLI
Via Cavour 53
QUANDO
Dal 26/03/2022 al 27/03/2022
CON CHI
GRUPPO FAI DI RECANATI
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POSTI ONLINE TERMINATI, possibilità di prenotarsi in loco fino al raggiungimento della capienza massima
Partendo dal cortile del palazzo Venieri si entra nel piano strada dei giardini del palazzo che il conte Antonio, seguendo la suggestione culturale, vuole unire i due paesaggi, montano e marino, collegando il giardino di levante a quello di ponente con il progetto di una galleria, per accedere ai giardini direttamente dalla limonaia di levante, senza attraversare la via pubblica. Dal mare ai monti, seguendo l'eco lirica del poeta recanatese: "Mirava il ciel sereno, Le vie dorate e gli orti, E quinci il mar da lungi, e quindi il monte'. Doveva essere particolarmente interessante allietarsi nel giardino orientale guardando le acque azzurre dell'Adriatico in mezzo ai limoni e poi infilarsi sotto il misterioso torrione medievale, ingresso della galleria, per avventurarsi nel buio, alla luce debole e tremolante delle candele, sino al coup de teatre finale, uscendo alla luce del sole dalla parte opposta, a mirar i monti azzurri, nello spazio infinito e verdissimo della Val Potenza, magari tra le eleganti colonne di un'architettura classica che sa di arcadia anche se un poco tarda. Il progetto del senatore se fosse stato realizzato avrebbe avuto questo sapore di studi classici e di eleganza dell'antico, ancora di moda sul finire dell'Ottocento. Il giardino anteriore veniva anche arricchito da una serra in pietra arenaria giallo ocra con lo stemma di famiglia, da una kaffeehaus e numerose sculture disposte tra il verde. La suggestione dei disegni, redatti forse a metà Ottocento, comunque tra il 1838 ed il 1882 è dovuta all'architetto Francesco Brandoni, professionista tutto da scoprire. In un periodo di incertezze storiciste ed eclettiche il Brandoni si richiama al neoclassico di inizio secolo, cercando continuità con il Quattrocento maianesco e lo stesso neoclassico dell'Augustoni. L'unica, quasi scherzosa, concessione all'eclettismo è il torrione medievale d'ingresso della galleria, a levante, definito nei progetti 'baluardo', non necessariamente progettato dal Brandoni. Sembra infatti collocabile entro una diversa suggestione culturale: il romantico percorso verso la natura del giardino con un misterioso passaggio sotterraneo e forse anche a ricordare il vecchio palazzo trecentesco, che i pochi documenti storici e il Benedettucci ascrivono allo stile gotico veneziano. L'unica cosa certa dei progetti del 1872 e del 1873 è che sono stati diretti da Luigi Bambini e approvati dal conte Antonio Carradori e, infine, che sono stati in gran parte realizzati come da progetto. I disegni del Brandoni sono invece rimasti sulla carta, ma crediamo che siano stati comunque di ispirazione per la costruzione dei padiglioni terrazzati verso ponente, che vediamo ancora oggi nei giardini pubblici attuali.
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