PIATTAFORMA DIGITALE
27/04/2021
DELEGAZIONE FAI DI MONZA
EVENTO VIRTUALE
Relatore: Professor Folco Vaglienti, Ricercatore di Storia Medievale presso Università degli Studi di Milano
Nei tre secoli che intercorrono tra il 1348 e il 1657, un individuo che in Europa avesse superato il venticinquesimo anno di età, aveva attraversato almeno una volta nella vita l’esperienza della peste. Dopo un primo drammatico impatto con il morbo, sotto l’incalzare delle epidemie ricorrenti, in alcune città di Italia, come Venezia, Firenze e Milano, cominciarono a prendere corpo istituti e pratiche eccezionalmente avanzati di organizzazione sanitaria, che nel giro di un secolo e mezzo furono adottati anche nel resto della Penisola e del continente europeo.
In un’epoca priva di presidi farmaceutici efficaci, il solo strumento per arginare la diffusione di una malattia a così alta morbilità e mortalità era di immaginare ex novo un sistema sanitario in grado di opporsi capillarmente, rapidamente ed efficacemente alla diffusione incontrollata della peste. Milano vi giunse per prima, con l’istituzione, già a metà Quattrocento, di un Ufficio di Sanità che seppe svolgere un ruolo fondamentale non solo a livello di provvedimenti temporanei e d’urgenza, ma di una riforma durevole nel controllo, profilassi e cura della salute della popolazione, come testimoniano i documenti, i monumenti e le fonti letterarie dell’epoca.
Un patrimonio esperienziale che, travolto dalla sicumera di ottusi governi stranieri prima e dalla cieca fiducia in un progresso scientifico onnipotente poi, è stato accantonato, consentendo alla storia di ripetersi. Tragicamente.
Il professor Vaglienti presenterà un tema attualissimo: in seguito a un’epidemia si può apprendere e migliorare. Così fece Milano dopo la peste del 1348. Prima città in Europa istituì già a metà ‘400 un Ufficio di Sanità per governare le urgenze, prevenire morbi e curare la salute della popolazione.
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