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Il gruppo FAI Giovani di Pavia è lieto di accompagnarvi alla scoperta di alcune tra le più affascianti cripte pavesi: S. Michele, S. Eusebio e S. Giovanni Domnarum.
La Cripta di S. Michele è divisa in tre piccole navate da due file di sei colonne. I capitelli risalgono per la maggior parte al XII secolo e alcuni di essi rappresentano draghi alati. Probabilmente alcuni di essi appartengono alla cripta della chiesa precedente (e quindi sono del IX secolo). Al suo interno si conserva l'arca marmorea del beato Martino Salimbene, opera di un seguace dell'Amadeo del 1491 e, a sinistra dell'altare, una piccola statua in marmo raffigurante la Madonna col Bambino forse di scuola pisana o senese del XIII-XIV secolo. A fianco dell'altare della cripta si trova il tesoro di San Brizio, un gruppo di suppellettili liturgiche del XII secolo formate da un turibolo, una campanella in bronzo, una navicella in rame argentato con vetri incastonati, alcune pissidi in legno e frammenti di tessuto di seta e fili d'oro.
La Cripta di Sant'Eusebio è quanto resta di una basilica di fondazione probabilmente del VI secolo. Identificata con la cattedrale ariana del tempo di re Rotari, ricordata da Paolo Diacono nella Historia Longobardorum, si trova all'interno della zona non concordemente identificata con l'antica faramannia di Pavia, presunto luogo di primo insediamento longobardo, situato in prossimità dell'area del palazzo regio di Teodorico e poi dei re Longobardi.
Dopo la conversione al cattolicesimo dell'ultimo vescovo ariano Anastasio, fu intitolata a Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, persecutore dell'eresia ariana. L'edificio subì una prima sostanziale trasformazione nella prima metà dell'XI secolo, epoca a cui risalirebbe la cripta ancora oggi visitabile.
La cripta di San Giovanni Domnarum risale probabilmente a un arco temporale che va dalla metà del X all'inizio del secolo successivo. Essa si sviluppa interamente sotto il piano attuale della chiesa e vi si accede per una scala da cui si scende, sul lato nord della navata della chiesa. A causa degli interventi promossi nel 1611, la cripta venne chiusa e fu utilizzata solo come ossario. La scoperta della cripta, che era stata interrata da secoli e ridotta a sepolcreto, avvenne il 18 aprile 1914 grazie all'iniziativa di monsignor Faustino Gianani che, seguendo le indicazioni di molte fonti storiche, fece scavare un cunicolo dal cortile retrostante.
Vi aspettiamo Sabato 8 marzo alle 14:30 davanti alla Basilica di S. Michele, in piazza S. Michele.
Evento su prenotazione tramite il portale FAIprenotazioni, con un contributo di 10 euro per gli Iscritti FAI e di 12 euro per i NON Iscritti.
Possibilità di iscriversi in loco al FAI alla quota di benvenuto di15 euro per i 18-35 anni e rinnovo alla stessa cifra.
Per informazioni riguardo all’uso della mascherina si rimanda alle indicazioni inserite nel campo “Da ricordare”.
Utilizzate il gel igienizzante messo a vostra disposizione all’inizio del percorso.